“Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene»

“Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”
Paolo Borsellino.
Di Cosa Nostra, della camorra e di criminalità organizzata in generale ne parlano in tanti per fortuna. Poi c’è chi ne parla, perché la mafia l’ha denunciata, precisamente la camorra dei clan Russo di Nola, i Mallardo di Giugliano, gli Scissionisti di Secondigliano e gli altri clan padroni dell’area nord della città di Napoli.

Colui che ne parla e ha denunciato è Luigi Leonardi, un imprenditore nato a Napoli nel 1974, vittima di numerose estorsioni, tutte denunciate, ed è per questo motivo che ha perso due fabbriche di impianti di illuminazione, i punti vendita e la sua casa. Nel corso degli anni ha subito diverse minacce da parte di esponenti dei clan che ha fatto condannare con due maxi processi rispettivamente ai tribunali di Napoli e di Nola.

Quella di Luigi non è una semplice vicenda di cronaca giudiziaria ma è una storia che riguarda l’imprenditoria nel Mezzogiorno, i rapporti tra le vittime di mafia e le istituzioni democratiche e la voglia di riscatto personale dopo che la camorra e un estenuante iter giudiziario ti hanno tolto tutto, anche gli affetti. Fa nomi e cognomi di assassini spietati Luigi Leonardi. Da quando ebbe la forza di denunciare, Luigi quella forza non l’ha mai persa nonostante le minacce e lo sfiancante labirinto giudiziario da cui non è ancora uscito. Ogni volta che parla, chiamando per nome i suoi aguzzini e come se mantenesse viva la fiamma di quel coraggio della prima denuncia.

Luigi è anche testimonial Scuola Zoo per sensibilizzare i giovani alla legalità contro la camorra. Luigi sarà al Premio Nazionale Paolo Borsellino, per presentare il suo libro e incontrare gli studenti, dal 23 al 26 ottobre.