Hanno amato il proprio Paese.
Hanno amato la vita sino a sacrificarla.
Giovanni e Paolo sono due italiani entrati nella storia della nazione come pochi altri in precedenza.
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non sono solamente nella storia, ma esistono ancora nel presente e continueranno ancora a lungo a fare parte del futuro del paese. Perché vivono nell’impegno civile, sociale, educativo di ognuno di noi. È l’individuo, il cittadino, che determina e costituisce la vivibilità democratica di una nazione. Questa è l’eredità lasciataci che oggi cammina su altre gambe. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono uomini che non muoiono. Uomini indiscutibili, forze e simboli di un intero paese.

Corre il dovere in capo ad ognuno di noi di trasmettere i loro ideali, il loro vissuto e di farli conoscere alle nuove generazioni affinché si crei una staffetta comportamentale con i più giovani, un passaggio di consegne di quei valori da radicare nelle forze fresche del paese, in grado di generare una nuova cultura. Per questa ragione, dal 15 al 26 ottobre torna il Premio Nazionale Paolo Borsellino.

Partiremo da Roma, poi Pescara, Chieti, L’Aquila e Teramo. Torneranno a trovarci Don Aniello Manganiello, Angiolo Pellegrini, Luigi Leonardi, Klaus Davi e tanti nuovi amici che incontreremo lungo la “strada”.

Il 26 ottobre, saremo al Teatro Massimo di Pescara per la cerimonia di Premiazione con una diretta di Rai News. Saranno con noi sei Procuratori antimafia di sei diverse Procure, i Questori di Napoli e Palermo… ma anche giornalisti, scrittori e attori, uno tra i tanti Pif.
Un grazie a tutti coloro che consentono tutto questo, ai dirigenti scolastici e ai docenti che attraverso il loro impegno quotidiano tra i banchi di scuola offrono agli studenti momenti di riflessione sull’educazione alla legalità. Un grazie a quelli che ci sono sempre stati, a quelli che ci sono oggi, a ogni componente di questa grande famiglia e senza i quali, il Premio, non sarebbe e non potrebbe essere quella bella cosa che è diventata.
“La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni.”